
Possiamo definire il progresso sociale come un miglioramento delle condizioni di vita di una parte crescente di popolazione. Parte di questo merito si deve al processo di avanzamento della scienza, che ci ha permesso di trattare patologie che fino a qualche decennio fa sembravano incurabili. Pensiamo ad esempio alla chiemioterapia antimicrobica, una disciplina farmacologica per la ricerca e lo studio di molecole dotate di tossicità selettiva verso i microrganismi responsabili di infezioni. Nella definizione di antibiotico è compresa un’ampia categoria di farmaci in grado di bloccare la crescita o di distruggere microrganismi patogeni. Sono stati proposti numerosi schemi di classificazione dei chiemioterapici antimicrobici. Il più utilizzato rimane quello che si basa sia sulla struttura chimica che sul meccanismo d’azione dei vari farmaci e che li distingue nei seguenti gruppi:
- Inibitori della sintesi della parete batterica (es. β-lattamine, glicopeptidi);
- Farmaci che agiscono a livello della membrana cellulare (es. antifungini polienici);
- Inibitori della sintesi proteica (es.macrolidi,aminoglucosidi, cloramfenicolo, tetracicline);
- Farmaci che agiscono a livello degli acidi nucleici (es. rifamicine, fluorochinoloni, farmaci antivirali);
- Antimetaboliti (es. diaminopirimidine e sulfamidici).
L’uso di antibiotici ha diminuito la mortalità e salvato milioni di vite umane in tutto il mondo. Come è possibile allora che, alle porte del 2020, gruppi di scienziati ci mettano in guardia sul fatto che a breve non avremo i mezzi per curare le infezioni? La risposta è l’antibiotico resistenza. L’uso smisurato di antibiotici e purtroppo anche la loro molteplice prescrizione ha comportato una modificazione sostanziale dell’ecosistema batterico ambientale. Sono comparse nuove specie patogene e si è ridotta la chiemiosensibilità di numerosi batteri tanto che la ricerca sta concentrando le proprie risorse per lo sviluppo di nuovi farmaci in grado di sconfiggere quei batteri che, in virtù della loro conformazione biologica, posseggono una resistenza naturale o acquisita.
“Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti.”
CHARLES ROBERT DARWIN
Purtroppo negli anni la situazione è addirittura peggiorata. Alcuni batteri hanno sviluppato resistenza contemporaneamente a più antibiotici (in questo caso si parla di batteri multi-resistenti) altri a tutti gli antibiotici esistenti in commercio (superbatteri).
Il ministero della salute ha recentemente pubblicato delle linee guida sull’uso degli antibiotici per sensibilizzare la popolazione e informare sulla pericolosità dell’antibiotico resistenza.
L’infezione batterica può e deve essere diagnosticata solo dal medico che decide, in base alla tipologia, che classe di antibiotico prescrivere. Molto spesso purtroppo ci troviamo di fronte a casi di autodiagnosi e terapie “fai da te” che prolungano o rendono inefficace l’idoneo trattamento farmacologico. È importante sensibilizzare i pazienti a rivolgersi sempre al medico quando si sospetta un’infezione, a non utilizzare rimanenze di farmaci che si conservano a casa, perché ogni infezione è a sé e va trattata con il farmaco appropriato.
Secondo un nuovo rapporto dell’agenzia istituita sull’argomento da Oms e Onu, ogni anno 700mila persone muoiono per infezioni resistenti agli antibiotici, ma si stima che entro il 2050 il numero possa crescere fino a 10 milioni se non verranno presi provvedimenti. Allora cosa possiamo fare di concreto per evitare questa imminente catastrofe? Nel documento vengono elencati alcuni provvedimenti urgenti che tutti gli Stati devono prendere:
- Dotarsi di un piano nazionale che aumenti le risorse a disposizione per affrontare il problema;
- Mettere in campo sistemi regolatori rigidi e campagne informative per limitare l’uso degli antibiotici negli uomini, negli animali e nelle piante;
- Investire in nuove tecnologie ed elaborare piani per smettere di usare questi farmaci per promuovere la crescita in agricoltura.
Herbert George Wells, in uno dei suoi grandi capolavori letterari “La guerra dei mondi”, spiega la sconfitta degli alieni in questo modo:
“Quando gli invasori arrivarono e cominciarono a respirare e a nutrirsi, quegli organismi infinitesimali, che Dio nella sua saggezza aveva messo sulla Terra, iniziarono a condannarli, annientarli, distruggerli, dopo che tutte le armi e gli stratagemmi umani avevano fallito. Mediante il sacrificio di miliardi di vittime, l’uomo ha acquisito la sua immunità, il suo diritto alla sopravvivenza tra le infinite creature di questo pianeta. E quel diritto è suo contro ogni sfida, poiché gli uomini non vivono e non muoiono invano.” Cerchiamo di mantenere il diritto che abbiamo con fatica conquistato o a breve saremo noi gli alieni e di fronte al magnifico adattamento della specie batterica forse non avremo più armi con cui combattere.
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