La microplastica è un insieme di particelle sintetiche che in ambito cosmetico possono raggiungere dimensioni dei μmed entrare nella formulazione di prodotti a risciacquo con proprietà esfolianti e leviganti per corpo e viso (creme, scrub, gel detergenti, dentifrici) e non solo. Sono aggiunte nei glitter o nel make-up dove controllano lo spessore, l’aspetto e la stabilità del prodotto.

Se da un lato la microplastica rappresenta un alleato per la bellezza della pelle, altrettanto non si può dire sul fronte ambientale.

È un fattore inquinante in quanto non è trattenuta quantitativamente dai sistemi di depurazione idrici e, immessa nel mare, ha una biodegradabilità estremamente bassa da avere ripercussioni dirette sullo sviluppo della fauna marina.

A lungo andare la microplastica potrebbe entrare nella catena alimentare con danni diretti e gravi sull’uomo.

Recentemente si è messo in discussione il ruolo delle microsfere nella cosmesi dove è alta la percentuale di contatto diretto con la pelle.

Uno studio supportato da università italiane sui prodotti cosmetici in Italia, afferma che in un flacone da 250 ml sono riscontrabili circa 750.000 frammenti di polietilene, che a sua volta rappresenta il 94% delle microplastiche utilizzate.

Ritenuti i prodotti cosmetici una fonte stimata di 2000- 9000 microplastiche all’anno, nel 2018 la Commissione di Bilancio della Camera ha rilasciato il disegno di legge n. 2582 per stabilirne le modalità di formulazione per una qualità e sicurezza maggiore.

Dott.ssa Paola Giardini, Socia Agifar Roma

Pertanto, dal 1° gennaio 2020 è vietato vendere prodotti cosmetici da risciacquo ad azione esfoliante o detergente contenenti particelle solide in plastica, insolubili in acqua, di misura uguale o inferiore a 5 millimetri, intenzionalmente aggiunte.

Alcune sostanze che non potranno più essere usate ma che sono elencate obbligatoriamente nell’etichetta dei vecchi prodotti sono il polietilene (PE) come filmogeno, il polimetilmetacrilato (PMMA)come adsorbente, il nylon come opacizzante e agente di massa, polietilene tereftalato (PET) come emolliente nelle emulsioni, polipropilene (PP). La lista completa delle microplastiche si trova nell’elenco dei termini INCI.

Tutti additivi presenti di norma in quantità molto grandi e che sono ora sostituiti con sostanze più bioaffini. Le stesse aziende si fanno garanti del rispetto di questa normativa cercando addirittura di formulare microplastiche con proprietà chimico-fisiche più consone e sicure o utilizzando materiali che provengano da fonti rinnovabili.

Sono esenti gli stessi prodotti che sostituiscono alle microplastiche componenti più naturali ed ecosostenibili; un esempio è lo scrub che sostituisce l’uva per ottenere l’azione abrasiva assicurata dalle precedenti.

Da gennaio la farmacia deve togliere dallo spazio espositivo e di vendita scrub, maschere per il viso, shampoo, dentifrici ad effetto sbiancante, prodotti per piedi e mani, cosmetici per unghie, previa una sanzione stabilita dalla normativa.

Rimane da fare chiarezza se i prodotti cosmetici ad azione non esfoliante e detergente contenenti microplastiche possano continuare a restare nel commercio e se le farmacie possano vendere fino a esaurimento i prodotti in giacenza acquistati precedentemente al 1° gennaio.

Sul secondo punto, stando ai termini utilizzati nel decreto, non sembrerebbe esservi alcun divieto esplicito. A sostegno di tale ipotesi, non sono state indicate modalità di un eventuale ritiro dei prodotti.

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