Dott.ssa Paola Giardini, Socia Agifar Roma

La medusa non punge, né morde. Anzi, per avere una reazione urticante, non è necessario essere sfiorati dalla medusa, ma basta entrare in contatto con il liquido liberato dai tentacoli.

La tossina responsabile della risposta infiammatoria nell’uomo è la talassina.
Al primo contatto tra pelle e medusa, si percepisce un forte dolore. Subito dopo, la pelle si irrita, diventa rossa, e compaiono piccoli pomfi. La sensazione di bruciore si attenua dopo circa 10 -20 minuti. Si inizia ad avvertire un intenso prurito, insopportabile, se l’area di interesse è più estesa del 50% del corpo.
Per evitare che, oltre al bruciore, la puntura di medusa lasci segni permanenti (cicatrici, macchie), ci sono una serie di raccomandazioni da seguire. Il veleno è in grado di penetrare velocemente e in profondità nella pelle, causando un’infiammazione molto potente che può distruggere le cellule.
“Il veleno è pieno di acqua di mare” chiarisce il professor Di Pietro “E se ci facciamo una doccia di acqua dolce per osmosi l’acqua salata attirerà a sé l’acqua dolce, la gelatina si gonfierà e il veleno si espanderà di più nella pelle”. Meglio restare in mare e togliere il veleno con una carta, ad esempio.
Una volta ripulita bisogna applicare la crema. Ottimo è il gel al cloruro di alluminio che assorbe l’acqua della pelle rendendola secca, assorbe gli essudati e asciuga le bolle, provoca costrizione dei vasi impallidendo la cute, fa precipitare le proteine del sangue inducendo la coagulazione, e fa precipitare il veleno bloccando l’infiammazione e il prurito.
Si applica ogni 15 minuti fino all’attenuazione del prurito. Può essere usato anche sui bambini piccoli. Si può preparare galenicamente in farmacia con l’associazione di gel base, alluminio cloruro esaidrato alla concentrazione massima del 5%, e preparati di piante (Nota Ministero della Salute 5/12/2002).
Studi recenti hanno dimostrato la superiorità di efficacia del cloruro di alluminio rispetto alla tradizionale crema al cortisone. L’applicazione del gel astringente al cloruro di alluminio ha una immediata azione, a differenza del cortisone che ha un effetto ritardato (20 -30 minuti), cioè quando gran parte della reazione dovrebbe essersi già spenta naturalmente.
Ci sono anche rimedi omeopatici quali il Rosmarino Palustre e l’Urtica Urens, e naturali come l’Aloe Vera e la Calendula, con un forte potere cicatrizzante e rigeneratore, nonché antinfiammatorio e antibatterico.
L’area di pelle colpita dalle meduse rimane più sensibile alla luce solare e tende a scurirsi rapidamente. Per evitare che la pelle si macchi e che sorga la cicatrice, è bene evitare pomate antistaminiche e occorre tenere coperta e ben protetta da uno schermo solare, l’area colpita, fino a quando la reazione infiammatoria non scompare (non più di due settimane).
Qualora la macchia fosse già comparsa, i trattamenti cosmetici a base di vitamina C e acido cogico, da applicare rigorosamente la sera, possono essere estremamente utili.
I segni lasciati dalla puntura di medusa possono scomparire in poco tempo se lievi e trattati; ma non si deve mai sottovalutare, in quanto le reazioni provocate dalle tossine possono essere anche gravi e fatali, soprattutto in soggetti con sistema immunitario suscettibile a rischio shock anafilattico.

Tossicologia – Galli, Corsini, Marinovich; Farmacologia Generale e Clinica – Katzung; Farmacologia – Rang & Dale

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