
L’ HMPC è il comitato dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) responsabile della compilazione e della valutazione dei dati scientifici su sostanze vegetali, preparati e combinazioni, a sostegno dell’armonizzazione del mercato europeo. L’HMPC, dopo studi clinici, è arrivato alla conclusione che le parti aeree di echinacea purpurea posso essere assunte per bocca per la cura nel breve termine nella prevenzione del trattamento del raffreddore comune.
Per quanto riguarda i medicinali che contengono le parti aeree di echinacea purpurea possono essere usati nel trattamento di piccole ferite superficiale nell’impiego a lunga durata.
L’echinacea è una pianta originaria dell’America del Nord ed ha un’altezza che può variare dai 30 ai 150 cm. Ha un fusto semplice, con foglie ovali o lanceolate, fiori terminali di colore viola, rosa o bianco che hanno un grande capolino.
Ha un’azione blanda come antibatterico che è una conseguenza della spiccata azione immunostimolante.
Viene usata anche su ulcere ferite ed eczemi grazie alla sua proprietà di rigeneratrice tessutale perché agisce inibendo la ialuronidasi.
Ha azione antivirale sul virus dell’influenza e dell’herpes, bloccando i recettori per i virus sulla superficie cellulare.
L’echinacea incrementa i livelli di properdina, una proteina sierica che stimola la via alternativa del complemento.
Le cellule più sensibili all’echinacea sono i linfociti T e le cellule NK.
L’attività immunostimolante dell’echinacea è da attribuire ai polisaccaridi che sono in grado di stimolare ed aumentare la fagocitosi, la chemiotassi e la capacità ossidativa di neutrofili e macrofagi.
I polisaccaridi dell’echinacea si legano alla superficie delle cellule T incrementando la produzione di interferone e di altre sostanze che potenziano il sistema immunitario, dando come risultato la replicazione delle cellule T, l’attivazione dei macrofagi e l’incremento di neutrofili circolanti, i quali fagocitano i batteri e prevengono l’infezione.
L’uso di questa pianta è controindicato in alcuni casi ad esempio nella tubercolosi, nella sclerosi multipla, nell’AIDS e nelle malattie autoimmuni.
Poiché l’uso prolungato di echinacea può determinare nausea, vomito e febbre, si raccomanda di non usare integratori o preparati per più di 8 settimane.
L’echinacea interferisce con la funzionalità di alcuni citocromi epatici ed intestinali: infatti può ridurre la clearance della caffeina ed aumentare la biodisponibilità del midazolam. L’echinacea è una pianta che ha una lunga e lontana tradizione popolare; infatti sin dall’antichità le comunità di pellerossa nordamericane la utilizzavano per le sue proprietà terapeutiche e curative, ritenendola una pianta sacra. Gli sciamani la utilizzavano per la cura di tutti i tipi di ferite e per i morsi di insetti e di serpenti velenosi, facevano masticare le foglie e radici a chi era stato morso, ed eliminavano il veleno con delle incisioni sulla pelle per poi applicare una purea di foglie e radici di echinacea fresca sui tagli. In tal modo i sintomi dell’avvelenamento sparivano in 2 massimo 3 giorni.
*Ulteriori informazioni sulla valutazione dell’HMPC relativa ai medicinali contenenti parti aeree fiorite dell’echinacea purpurea si possono trovare sul sito web dell’Agenzia sotto la voce contrassegnata con “All documents” seguendo il percorso:
ema.europa.eu/Find medicine/Herbal medicines for human use
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