Dott.ssa M.Caiata
socia Agifar Roma

Ottobre 2021: dopo circa 20 mesi da quel primo caso accertato a Codogno, l’Italia cerca di arginare la diffusione della pandemia e di evitare la chiusura di molte attività come nello scorso autunno.

Obbligo vaccinale, estensione del Green pass e terza dose sono i nodi della strategia attuata dal Governo e finalizzata al contenimento dei contagi.

<< Dimostra di avere carattere e coraggio, perché ascolta la scienza assumendosi la responsabilità di una decisione di buon senso >>, così si esprime l’infettivologo Matteo Bassetti in merito al Presidente del Consiglio Mario Draghi.

<< Siamo molto convinti come Governo che il vaccino sia l’arma fondamentale >> così si esprime il Ministro della Salute Roberto Speranza, << faremo tutto ciò che è necessario e continueremo in questa direzione. Valuteremo anche l’ipotesi dell’estensione dell’obbligo vaccinale, se sarà necessario, il governo non ha paura >> : E noi Italiani che ne pensiamo?

Il coronavirus continua a farci ancora paura, ma non vi è stata alcuna corsa al vaccino nemmeno dopo le decisioni del Governo. I dati evidenziano un calo rilevante delle somministrazioni; dal 14 settembre al 20 settembre non si è arrivati nemmeno a 100 mila dosi il giorno. Nelle piazze continuano le manifestazioni ‘No Vax’ e il dibattito è ancora caldo.

GREEN PASS ED OBBLIGO VACCINALE: CHE COSA STABILISCE IL GOVERNO.

Con il Decreto legislativo n. 127 del 21 settembre 2021, il Governo estende il Green pass obbligatorio anche ai lavoratori del settore privato e dell’impiego pubblico a partire dal 15 Ottobre.

L’obbligo al momento è previsto fino al 31 dicembre 2021, data in cui, salvo proroghe, terminerà lo stato di emergenza sanitaria in Italia.

Chiunque svolga un’attività lavorativa nel settore privato è obbligato ad avere la certificazione verde a prescindere dalla tipologia di contratto; sono esclusi, invece, solo coloro che, in conformità a idonea certificazione medica, non possono fare il vaccino.

I datori di lavoro sono obbligati all’accertamento del possesso del Green pass da parte dei lavoratori, che qualora ne fossero privi, saranno considerati assenti ingiustificati fino alla sua presentazione; non avranno retribuzione pur non avendo conseguenze disciplinari.

La questione è però di particolare rilevanza: dove sta il limite tra interesse della collettività e rispetto dell’individuo? Alcuni hanno timore che la somministrazione del vaccino comporterebbe il rischio di reazioni avverse. Al contrario, si ritiene che soltanto un’ampia vaccinazione dei cittadini possa costituire misura necessaria a garantire la loro salute e a proteggere la salute delle fasce più deboli.

La Corte Costituzionale si è pronunciata più volte sul dibattito, evidenziando i presupposti affinché l’obbligo vaccinale possa ritenersi compatibile con il diritto alla salute di cui all’articolo 32 della Costituzione e il dovere di solidarietà sociale previsto dall’articolo 2.

La salute non è solo oggetto di un diritto individuale, inteso come diritto alla cura e diritto al non curarsi, ma anche interesse della collettività. Il trattamento sanitario obbligatorio può perciò essere imposto solo nella previsione che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che vi è assoggettato.

TERZA DOSE: A CHI SARÀ SOMMINISTRATA?

Per tutti o quasi, è questa la linea guida del Governo. A dichiararlo è il Ministro della Salute Roberto Speranza: << Sarà allargata anche ad altri ambiti, ma ci guiderà la comunità scientifica e valuteremo fin dove dovremo arrivare. Penso alla popolazione un po’ più anziana. E poi decideremo se dobbiamo allargarla alle altre fasce >>.

Ricordando che la dose “booster” va somministrata dopo almeno sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario, resta ferma la priorità alla vaccinazione per gli ultraottantenni e per gli immunodepressi.

In un momento successivo, si penserà alle professioni sanitarie e agli operatori sanitari che svolgono le loro attività nelle strutture sanitarie pubbliche e private, nelle farmacie e negli studi privati.

Tensioni e resistenze nei confronti della campagna di vaccinazione, della sperimentazione e di tutte le misure di contenimento hanno però delle ragioni di sfiducia nel rapporto tra scienza e potere. Perché l’atteggiamento di diffidenza verso gli altri vaccini non è così diffuso?

Trovare modi per rallentare la diffusione della malattia e gestire i suoi effetti è il percorso più sicuro. E se per altre malattie i vaccini fanno la differenza, perché ora non potrebbero? I vaccini contro il covid-19 sono sicuri ed efficaci, il che significa che raggiungere un numero sufficiente di vaccinati ci permetterebbe di arrivare alla fine di questa pandemia con meno vittime di quelle che provocherebbe la malattia non contrastata dai vaccini.

Non esiste definizione su cosa significhi “fine della pandemia”; non sappiamo come e quando si avrà la fine, ma perché non provare?