Dott.ssa Sally Fadlon, Socia Agifar Roma

Tante volte abbiamo esposto i benefici dello sport a livello morale, fisico e psicologico.

Ma lo sport non è vissuto da tutti gli “atleti” allo stesso modo, c’è chi lo vive per lavoro con più intensità, chi con grande passione con una intensità medio alta e chi come attività ricreativa una tantum a livello medio basso.

Ma in questo delicato periodo, perché bisogna fare attenzione a non esagerare con lo sport?

Perché sforzi molto intensi causano una temporanea depressione del sistema immunitario.

Tale fenomeno si chiama “open window” ed è caratterizzato da un forte indebolimento del sistema immunitario in seguito ad esercizi di endurance, ciò porta alla possibilità di contrarre infezioni del sistema respiratorio che pare ne diventi più suscettibile. [1]

Spesso questo fenomeno viene accentuato dalla vicinanza fra gli atleti in griglia di partenza prima di una gara o negli spogliatoi.

Ma analizziamo proprio un esempio eclatante di questo particolare e triste periodo:

il paziente 1 di Codogno, Mattia.

Mattia in 8 giorni aveva corso due mezze maratone e inoltre, già con la febbre, una settimana dopo, ha giocato una partita di calcio abbassando ancora di più le sue difese immunitarie.

Negli atleti questa è una condizione spesso ricorrente e reversibile, infatti in pochi giorni le difese immunitarie tornano alla normalità.

Il problema è però che in questo particolare periodo storico, dove il mondo è afflitto da questa terribile pandemia causata dal Covid-19, fare sport all’aperto potrebbe esporci ancora di più al rischio di abbassare le nostre difese immunitarie, seppur in via temporanea, ma in questo periodo ciò potrebbe danneggiare gravemente la nostra salute.

Ma perché potrebbe essere pericoloso correre all’aperto, se il decreto inizialmente lo consentiva pur mantenendo la distanza di 1 metro tra atleti ed ora consente una corsetta ad una distanza massima di 200mt dalla propria abitazione?

– Perché all’aperto potremmo tentare ad osare con la nostra performance, abbassando le nostre difese immunitarie.

– Perché potremmo incontrare altri Runners che potrebbero essere contagiosi asintomatici, contagiarci e contagiare i nostri famigliari inconsapevolmente.

– Altro motivo è che potremmo essere noi il rischio, perché prima della dichiarazione di pandemia siamo stati a contatto con moltissime persone, non abbiamo preso le dovute precauzioni e quindi, in questo periodo, allenarci a casa è certamente la soluzione ideale, sia per senso civico che per una questione di responsabilità verso la propria salute e quella degli altri, perché avendo avuto contatti col mondo esterno ognuno di noi potrebbe essere un paziente contagioso asintomatico.

Molti studi hanno valutato l’efficienza delle difese immunitarie sugli atleti professionisti subito dopo sforzi molto intensi notando una temporanea depressione, alcune ore dopo l’allenamento o la gara, ed è stata collegata a un rischio più alto verso infezioni alle vie aeree superiori: naso e gola (esattamente i punti in cui esordisce la malattia da coronavirus).

Il fenomeno di “open window “mostra proprio la finestra aperta per un periodo di tempo tra le 3 e le 72h all’azione dei patogeni, con il rischio di infezioni davvero alto [2,3] ciò significa che correre una maratona o effettuare un allenamento prolungato e/o impegnativo, aumenta il rischio di contagio.

Studi condotti su atleti che avevano partecipato a gare di endurance nel periodo estivo hanno mostrato un aumentato rischio di patologie come l’asma, rispetto ad atleti che invece avevano effettuato moderata attività fisica nello stesso periodo.

Addirittura una prolungata attività fisica, ripetuta nel tempo e negli anni, ad alto livello di endurance sembrano essere la causa di una maggiore esposizione a patologie del tratto respiratorio durante la vita. Le tipologie di infiammazioni variano in ogni modo tra sport e sport, anche con il livello di idratazione in combinazione ai livelli di agenti nocivi, irritanti o allergeni [4]

Un’attività sportiva eccessiva porta ad una reazione infiammatoria eccessiva e una temporanea immunosoppressione che può essere comparabile con una reazione da trauma chirurgico dov’è nota un’attivazione dei neutrofili e macrofagi, accumulo dei radicali liberi [5,6], rilascio di citochine proinfiammatorie a livello locale, attivazione del complemento, della coagulazione e della cascata fibrinolitica [7] pertanto stress fisico e psicologico sono dei potenti immunosoppressori. [8].

Uno degli aspetti più studiati sono i cambi del numero dei leucociti nella circolazione sanguigna. [9]

L’intensità, la durata è il livello di esercizio hanno un ruolo importante sui livelli ematici dei leucociti [10,11]

La teoria che l’esercizio induca una risposta infiammatorio è supportata da un aumento del livello delle citochine proinfiammatorie e della secrezione dell’ormone ACTH che aumenta la produzione di cortisolo. (12]

Le funzioni immunitarie degli atleti sono state spesso oggetto di studio e le alterazioni che si verificano subito dopo lo sforzo fisico intenso sono state ben analizzate notando che dopo la prestazione sportiva c’era un quadro clinico che ricorda quello delle immunodeficienze, tale condizione è transitoria perché l’assetto immunitario è normale negli atleti a riposo ma rimane comunque un pericolo per il soggetto.

Tra i vari studi è risultato preoccupante che, il contagio che avvenga ad uno sportivo possa avere un decorso clinico peggiore, soprattutto se l’attività fisica è effettuata durante il periodo di incubazione dell’infezione e la tendenza alle recidive va a compromettere il programma di preparazione dell’atleta.

Ovviamente un’attività fisica moderata e costante produce una stabilizzazione del sistema immunitario e tra i tantissimi i benefici troviamo un’aumentata sicurezza di sé, riduzione dell’ansia ed è un valido aiuto a livello psichico per via di una maggior liberazione di endorfine. (13)

Fare sport aiuta molto, soprattutto in questo periodo cosi duro, dove a molti è imposta la regola di stare a casa e mai come oggi è stato così importante, ma a casa esistono davvero mille modi per allenarsi ed è un obiettivo da porsi anche per mantenere la propria linea.

Lo ricordiamo anche qui che è molto importante seguire le regole imposte dal Ministero della Salute, seguiamole.

#noirestiamoinfarmacia

#turestaacasa

#Iomiallenoacasa

#fightCOVID19

[1]The open window of susceptibility to infection after acute exercise in healthy young male elite athletes.

Kakanis MW1, Peake J, Brenu EW, Simmonds M, Gray B, Hooper SL, Marshall-Gradisnik SM.

[2] Shephard RJ. Sepsis and mechanisms of inflammatory response: is exercise a good

model?. British Journal of Sports Medicine 2001;35(4):223-30.

[3] Nieman DC, Nehlsen-Cannarella SL, Fagoaga OR, Henson DA, Utter A, Davis JM, et

  1. Effects of mode and carbohydrate on the granulocyte and monocyte response to

intensive, prolonged exercise. Journal of Applied Physiology. 1998;84(4):1252-9

[4] Fitch KD. An overview of asthma and airway hyper-responsiveness in Olympic

athletes. British Journal of Sports Medicine. 2012;46(6):413

[5] Williams SL, Strobel NA, Lexis LA, Coombes JS. Antioxidant requirements of endur‐

ance athletes: implications for health. Nutrition Reviews. 2006;64(3):93-108.

[6]Pedersen BK, Ullum H. NK cell response to physical activity: possible mechanisms of

Action. Medicine and Science in Sports Exercise. 1994;26(2):140-6.

[7] Nieman DC, Nehlsen-Cannarella SL, Fagoaga OR, Henson DA, Utter A, Davis JM, et

  1. Effects of mode and carbohydrate on the granulocyte and monocyte response to

intensive, prolonged exercise. Journal of Applied Physiology. 1998;84(4):1252-9.

[8] Ronsen O. Immune, endocrine and metabolic changes related to exhaustive and

repeated exercise session. Oslo: University of Oslo; 2003.

[9]McCarthy DA, Dale MM. The leucocytosis of exercise. A review and model. Sports

Medicine 1988;6(6):333-63.

[10] Nieman DC, Nehlsen-Caranella S. Effects of Endurance Exercise on the Immune

Response. In: Shepard RJ, Åstrand P-O, editors. Endurance in Sport. London: Blackwell

Science Ltd; 1992. P. 487-504.

[11] Alessio HM, Goldfarb AH, Cao G. Exercise-induced oxidative stress before and after

vitamin C supplementation. International Journal of Sport Nutrition. 1997;7(1):1-9.

[12] Muir AL, Cruz M, Martin BA, Thommasen H, Belzberg A, Hogg JC. Leukocyte kinetics

in the human lung: role of exercise and catecholamines. Journal of Applied Physiology.

1984;57(3):711-9.

[13] Schroder D. – Sport, sistema immunitario e terapia biologica. La Medicina Biologica, 2002,3: 47-49.

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