A cura della Dott.ssa Simona Mangone, Socia Agifar Roma

È ormai noto grazie ai numerosi lavori scientifici, come il microbioma intestinale sia strettamente correlato alle nostre attività cerebrali e alle patologie croniche della cute.

Gia nel 1930 i dermatologi John H. Stokes e Donald M. Pillsbury con la “gut- brain-skin theory” mettono in evidenzia il legame unificante tra microbioma intestinale, sintomi psicologici, e patologie infiammatorie cutanee come l’acne. Stati emezionali alterati, come stress, ansia e depressione possono essere cause che portano ad alterazioni della composizione quali e quantitativa delle specie, batteriche e non, che costituiscono il microbioma inducendo nel tempo un’infiammazione silente dapprima locale e poi sistemica.

Ma come può la dermobiotica aiutarci a comprendere l’eziologia dell’acne correlata al microbioma cutaneo? Quali prebiotici possono essere di supporto nel trattamento dell’acne? Quale può essere la corretta routine dermocosmetica che si può consigliare?

L’acne è una frequente dermatosi infiammatoria dell’unità follicolo- pilo-sebacea. Colpisce fino all’80% dei giovani, più diffusa nell’adolescenza in entrambi i sessi (femmine 13-14 anni, maschi 14-15)  se pur negli utimi anni, e in modo particolare in questo periodo con l’utilizzo delle mascherine, è possibile riscontrarla in età adulta in donne tra i 25- 40 anni.

Si manifesta sul volto, sulle spalle, sul dorso o sul torace con lesioni che vanno da comedoni aperti o chiusi (punti neri e bianchi) a lesioni infiammatorie che possono essere papule, pustole o noduli.

In base alla gravità clinica può essere classificata in: lieve , intermedia o grave.

Ma come si generano le lesioni dell’acne?

La patogenesi è sequenziale ed è determinata da:

1. alterazione della cheratinizzazione e occlusione del dotto;

2. aumento della produzione del sebo (aumento degli androgeni ma anche dell’insulinain caso di insulino- resistenza);

3. crescita del Cutibacterium acnes (colonizzazione della ghiandola sebacea);

4.reazione infiammatoria del sistema immunitario dell’ospite.

Oltre ad essere considerata una patologia di origine ormonale a componente psicosomatica, che relazione esiste tra acne e microbiota intestinale,  e acne e microbiota cutaneo?

Diversi studi hanno evidenziato come pazienti affetti da acne hanno un rischio maggiore di avere disturbi gastrointestinali come stitichezza, alitosi e reflusso gastroesofageo. Inoltre, negli utlimi anni è stato confermato come l’ipocloridria è un fattore di rischio per la SIBO (Small Intestinal Bacterial Overgrowth) che è a sua volta responsabile di:

– carenze nutrizionali di vitamine come la B12, fondamentale per la salute della pelle

– permeabilità intestinale e alterazione della barriera cutanea

– stimolazione della sostanza P con attività proinfiammatoria

Tra le diverse specie batteriche che convivono  sulla nostra cute, molta importanza nel corso degli anni nella manifestazione dell’acne è stata indirizzata al Cutibacterium Acnes, batterio gram-positivo, anaerobico che vive come saprofita sulla struttura pilo-sebacea. Ciò che varia tra una cute sana e una infiammata non è l’aspetto quantitativo ma qualitativo dei filotipi che mutano in caso di disbiosi cutanea.

In condizioni di normalià Cutibacterium Acnes tra le diverse attività funzionali, limita anche la proliferazione dello Staphylococcus aureus, Streptococcus pyogenes,  promuovendo l’idrolisi dei trigligeridi e la secrezione di acido proprionico. Questo consente di mantenere sempre un ph acido nell’unità pilosebacea.

Importante per l’eubiosi cutanea è la composizione del sebo, è noto come S.epidermidis produce, tramite fermentazione, acidi grassi a catena corta che possiedono attività antimicrobica nei confronti della crescita di Cutibacterium Acnes.

Ma cosa causa una disbiosi intestinale e cutanea?

Certamnete l’abuso di antibiotici, diete ricche di cibi raffinati e zuccheri, igiene eccessiva e non dermocompatibile e fattori ereditari e relativi al contatto  madre figlio dal parto allo svezzamento.

Possiamo modificare con lo stile di vita e le scelte alimentari il nostro microbiota. E’ necessario correggere la disbiosi intestinale e modificare i diversi fattori responsabili della fisiopatologia dell’acne, migliorare la compliance alle terapie farmacologiche del paziente , ridurrre l’infiammazione e mantenere la  cute integra nella sua barriera.

Quali accorgimenti comportamentali, di nutraceutica e di cosmetica funzionale possiamo attuare?

Praticare attività fisica, scegliere alimenti a basso indice glicemico e a basso contenuto di grassi saturi e di origine animale, ridurre il consumo di latte e derivati, bevande alcoliche,  non fumare , sono buone attitudini che riducono il processo dell’infiammazione e dell’invecchiamento fisiologico. Prediligere alimenti come fonte di fibre (frutta e verdura), di acidi grassi buoni (pesce azzuro) e ricchi di biotina (frutta secca, legumi, pesce), bere almeno 1,5 L di acqua al giorno può migliorare la nostra idrazione cutanea e permettere al nostro intestino e cute di vivere armonicamente in eubiosi.

L’importanza dell’integrazione con prebiotici selettivi e specifi per la cute come L.acidophilus, L.rhamnosus, B.bifidum è stata largamente dimostrata. Da soli o in associazione con terapie antibiotiche sistemiche possono: ridurre gli effetti avversi di tali terapie adottate per periodi prolungati, ridurre il processo dell’infiammazione (azione sul rilascio dell’ IL -1 alfa), ridurre la produzione di sebo e quindi anche la colonnizazione dei C. Acnes. Possono essere valutati nutraceutici a base di:  zinco gluconato (azione antiinfiammatoria, potenzia l’azione della vitamina A), vitamina A (riduce la secrezione di sebo e induce la rigenerazione tessutale), biotina.

I tipi di acne sono differenti, e se pur in molti casi i trattamenti farmacologici sistemici e/o topici rappresentano una scelta di elezione, possiamo coadiuvare a questi l’uso di prodotti dermocosmetici quali detergenti, seboregolatori, cheratolitici, riparatori e non di meno conto la giusta fotoprotezione e camouflage per gestire al meglio questo tipo di cute che è necessario considerarla come una cute sensibile da proteggere e accudire dall’infiammazione fino alla cicatrice.

Importante bersaglio è il biofilm che si riscontra su una cute acneica, dove principi attivi come la mirtacina sono in grado di disgregare questa struttura esplicando anche attività antibatteriche ( verso ceppi resistenti ad antibiotici), antiinfiammatorie, antilipasica.

Il nostro organo pelle è lo specchio del nostro equilibrio e omeostasi interiore, oggi stare in salute vuol dire sentirsi e vedersi bene, e l’acne sopratutto tra i giovani rappresenta un grande disagio sociale e psichico.

Quale sarà il futuro della cosmetica che parla anche al nostro microbioma cutaneo? Sicuramente l’interesse verso postbiotici cutanei, sulle sostanze prodotte e rilasciate da microorganismi selettivi, e  formulati in forme cosmetiche innovative rappresenta un panorma ancora da scoprire e che porterà a nuovi orizzanti dermo-cosmetologici.

 

 

 

Bibliografia

 

1.Bowe W, Patel NB, et al. Acne vulgaris, probiotics and the gut- brai-skin axis: from to translational medicine. Benef Microbes 2014.

2. Zouboulis CC. Acne as a chronic systemic disease. (Clin. Dermatol; 2014)

3.Micali G, Dall’Oglio, et al. The role of dermocosmetics in modern acne treatment. (2013).

4.Marco Pignatti. Acne. Non tutti i batteri vengono per nuocere.  (Edizione minerva medica; 2019).

5. Stefano Veraldi. P.acnes, biofilm e Myrtacine. (Clinical Practice, dermatology; 2014)

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