
Dott.ssa Federica Carosi, Socia Agifar Roma
Sin dai tempi antichi l’uomo ha cercato di trovare dei modi per ritardare il più possibile il suo invecchiamento e la sua naturale dipartita. Molti dotti e luminari hanno trascorso la loro vita a cercare “l’elisir di lunga vita”. Innanzi tutto parliamo di cosa provoca il lento deteriorarsi della nostra splendida macchina chiamata corpo. I radicali liberi prodotti dall’ossidazioni di numerosi composti portano a un lento declino di tutti i sistemi funzionanti dell’essere umano; ergo, tutto ciò che va a contrastare questa più o meno lenta ossidazione contribuisce ad ostacolare l’invecchiamento. Gli antiossidanti ci permettono, da molto tempo, di aiutare il nostro organismo in tanti processi funzionali. Tra questi possiamo citare numerose vitamine tra cui vitamina A e vitamina E; coenzima Q 10 (ubichinone); numerosi estratti di piante; flavonoidi ecc…
In questo articolo ci soffermeremo forse sul più conosciuto di tutti: l’acido ascorbico, più comunemente conosciuto come Vitamina C.
La Vitamina C è uno dei più potenti antiossidanti conosciuti in natura. Deve questa sua peculiarità alla capacità di donare elettroni. È un cofattore in numerose reazioni di idrossilazione e amidazione, contribuisce alla biosintesi della carnitina, converte l’acido folico in acido folinico, partecipa alla sintesi della norepinefrina. Nella sua attività antiossidante coopera con rame, zinco e selenio ed interagisce con la vitamina E nel proteggere gli acidi grassi polinsaturi dei fosfolipidi di membrana e delle lipoproteine circolanti da danni causati dai radicali liberi. La vitamina C supporta la funzione di barriera epiteliale contro i patogeni, promuove la purificazione dagli ossidanti della pelle e favorisce la produzione di collagene. Proprio per queste sue ultime peculiarità viene spesso utilizzata nelle creme, insieme alla vitamina E, per contrastare l’invecchiamento causato dallo stress ossidativo ambientale (smog, raggi UV) e per ridonare tono ed elasticità alla pelle.
Molti studi hanno confermato che l’acido ascorbico contribuisce alla difesa immunitaria supportando varie funzioni cellulari del sistema immunitario innato e adattativo. La vitamina C si accumula nelle cellule fagocitiche, come i neutrofili, e migliora la chemiotassi, la fagocitosi e infine l’uccisione microbica. Contribuisce inoltre all’apoptosi e all’eliminazione dei neutrofili esauriti dai siti di infezione da parte dei macrofagi, riducendo così la necrosi e il potenziale danno tissutale. [1]
Studi più recenti, hanno indagato l’impiego della vitamina C in persone con danno polmonare acuto o sindrome da distress respiratorio acuto. La ventilazione meccanica con iperossia è la principale misura di supporto clinico per questi pazienti, ma spesso può indurre lesioni infiammatorie polmonari. È stato dimostrato che l’utilizzo di antiossidanti alimentari, come la vitamina C, attenua in maniera significativa le lesioni polmonari infiammatorie acute indotte da iperossia e attenua la disfunzione dei macrofagi. [2]
Una dieta bilanciata, ricca di frutta e verdura, ci permette di soddisfare il fabbisogno giornaliero di vitamina C che oscilla tra i 70-90mg/die. Sembra interessante valutare la sua integrazione quando il nostro organismo si trova in condizioni particolari. In questi casi la posologia oscilla tra i 100-200mg/die sino a valori in grammi per quanto riguarda patologie più complicate. Probabilmente non abbiamo trovato e non troveremo mai “l’elisir di lunga vita”, ma negli anni abbiamo scoperto che la vitamina C può fornire un valido aiuto al nostro organismo nella lotta contro infezioni, infiammazioni e invecchiamento.
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